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Ho affrescato un sogno
con le dita sporche di un taciuto bisogno
sopra una tela incrostata di vita
e non era un disegno a matita.
Ho composto una canzone nel lasso di un lampo
su un pentagramma sospeso nel tempo,
l’ho riempito d’anima e suoni
n’è uscito un tango di illusioni.
Ho scritto una poesia d’amore insensato
su un pezzo di cartone riciclato,
ne ho accarezzato ogni singola parola
ascoltando il cuore sbattere in gola.
Ora dovrei rivedere i tuoi occhi e il tuo sorriso
dovrei accarezzare le sfumature del tuo viso
per capire se sei contraffatto,
per comprendere se sei veritiero od astratto,
ma ho usato tutte le gradazioni della primavera
ho implorato, inutilmente, le rondini fino a sera
e ora che l’autunno s’è fatto pieno
con la nebbia che sospende il sereno
m’accorgo dei nidi svuotati di dolci sussurri
e mi sento d’avere i pennelli privi di cieli azzurri.
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